1 febbraio 2014

AAMS: retaggio storico, carrozzone moderno

In una recente discussione un vaper ha paragonato AAMS alla Polizia Stradale il cui compito è semplicemente di far rispettare il Codice della Strada scritto dal Legislatore. Purtroppo il paragone non regge. Vediamo perché.

Il monopolio è nato con due scopi principali: rendere disponibili alla popolazione prodotti difficili da reperire, vedi il Chinino di Stato ed agire da ammortizzatore nei confronti di speculazioni su prodotti considerati di prima necessità. Il monopolio agiva quindi come calmierante sui prezzi di prodotti a rischio e difendeva la popolazione da azioni speculative. (Sì, sembra assurdo, se visto con gli occhi di oggi)

Con il passare degli anni, il monopolio si è trasformato nell’agenzia preposta ad incassare le accise. Attenzione però: il modello non è di certo quello delle agenzie fiscali, bensì quello del concessionario pubblico. L’esempio più calzante è quello della vecchia SIP, azienda che agiva in regime di monopolio ed incassava (lo fa pure ora) l’imposta chiamata “Tassa di Concessione Governativa”.

Se torniamo alle nostre strade, la Polizia Stradale deve essere assimilata alla Guardia di Finanza, unica e vera entità preposta a far rispettare la legge in materia fiscale. AAMS può invece essere paragonata alla vecchia “Società Autostrade” quando era ancora un’azienda pubblica di proprietà dell’IRI. AAMS è di fatto il concessionario esclusivo per la vendita dei tabacchi sul territorio nazionale con pieno potere di assegnazione delle licenze.

Abbiamo quindi un settore del mercato che non si è modernizzato come invece hanno fatto nel settore delle infrastrutture (Autostrade, Telecomunicazioni, Ferrovie, Servizi Postali, ecc.). Ricordo inoltre che la liberalizzazione dei mercati è uno degli elementi cardine della Comunità Europea.

Ma quali conseguenze genera questa situazione?

Primo problema: i costi. AAMS incassa un’enorme massa di denaro per conto dello stato. Al netto ovviamente dei costi di gestione di AAMS stessa. Ma quanto costa? Non lo sappiamo. Sappiamo di sicuro che agisce in un regime dove non deve rendere conto di ciò. Non ha concorrenza, non ha ottenuto la concessione partecipando ad una gara d’appalto come avviene invece per tutti i settori liberalizzati. (Anche la RAI prossimamente parteciperà ad una gara d’appalto per la gestione del servizio informativo pubblico!).

Secondo problema: è un’agenzia pubblica ed in quanto tale legata a doppio filo con la classe politica. La storia ci insegna quanto sia pericolo questo tipo di legame, ed esiste una forte spinta dalla Comunità Europea per cambiare questo modello operativo.

Immaginiamo la contestazione: “AAMS deve raccogliere le accise, non la possiamo eliminare”. Quasi tutti i paesi del mondo e sicuramente tutti i paesi europei, hanno accise su Tabacchi lavorati, Alcool ed Energia. Ma siamo rimasti uno degli ultimi paesi ad avere questo tipo di struttura monopolistica. Far pagare le accise è compito dell’Agenzia delle Entrate, non del concessionario monopolistico. E comunque non è assolutamente necessario che sia un’agenzia pubblica della cui efficienza non abbiamo alcuna certezza.

Dott. Cottarelli: c’è una spending review da implementare e lei è stato assunto per questo. Ecco qui una bella opportunità per iniziare bene il suo lavoro.

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